Intervista | Serena Confalonieri - Salvioni
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26/09/2023

Intervista | Serena Confalonieri

  1. L’installazione “A woven story”, da te disegnata per Gebruder Thonet Vienna presso lo showroom Salvioni Milano Durini, è concepita come un omaggio alla paglia di Vienna, uno dei grandi simboli del brand austriaco. Qual è la storia dietro questa installazione? E cosa comporta lavorare con un materiale così particolare?

 L’obiettivo del set-up è stato di mettere in scena la continuità storica del brand; quindi, il punto di partenza del concept è stata proprio la paglia di Vienna, che da sempre identifica la produzione di Gebrüder Thonet Vienna. L’allestimento è infatti pensato come un vero e proprio palcoscenico, dove l’intreccio è presente in ogni scenografia: nel pattern delle tende che circondano lo spazio, nei fondali collocati dietro ogni prodotto e su molto dei prodotti stessi.

 

  1. Non capita certo tutti i giorni di lavorare con un brand come GTV che conta quasi due secoli di storia. Come si approccia un designer a un heritage tanto importante? E quali sono i tuoi favoriti tra i grandi classici del marchio?

 Quando si approccia un brand particolarmente iconico è sicuramente fondamentale rispettarne l’identità. Al tempo stesso, Gebrüder Thonet Vienna è stato capace negli anni ad aprirsi ad un design contemporaneo, a volte anche audace, mantenendo saldi alcuni elementi storici, come il legno curvato e la paglia di Vienna. Questo mi ha permesso – sia nell’allestimento che nella realizzazione dell’ottomana Arcadia che ho progettato per l’azienda – di giocare con questi elementi e con l’heritage del marchio in maniera estremamente creativa. Parlando dei pezzi classici, tra i miei preferiti ci sono sicuramente le sedie N. 18 e la N. 14, penso siano di una bellezza davvero intramontabile.

 

  1. Per GTV hai anche disegnato un prodotto, il pouf Arcadia, che è fra i grandi protagonisti dell’installazione. Ci puoi raccontare la sua genesi e come è nata la collaborazione?

 La richiesta dell’azienda in quel caso era stata di utilizzare un altro dei suoi elementi iconici: il legno curvato. Arcadia, infatti, è caratterizzato da un gioco di archi che, ripetendosi uno a fianco all’altro, diventano base strutturale e allo stesso tempo elemento estetico. Il disegno è ispirato agli archi e ai colonnati dei giardini neoclassici, mentre le dimensioni generose invitano alla condivisione: è quindi adatto anche per l’ambiente contract.

 

  1. Nelle tue creazioni il colore gioca sempre un ruolo molto importante. Da dove trai ispirazione per questa tua palette cromatica così caratteristica?

 Mi piace pensare che il colore sia la parte più sentimentale dei miei progetti, perché arriva subito agli occhi, trasmettendo un’emozione. È anche per questo motivo che i colori delle mie palette sono sempre allegri, vivaci.

 

  1. Quali sono i grandi nomi della tradizione del design italiano ed internazionale che senti più affini al tuo stile e a cui guardi come modelli?

 Qui in Italia, la poliedricità di Gio Ponti mi ha influenzato moltissimo. Sono anche molto legata all’estetica di Josef Hoffmann, per la spinta all’astrazione geometrica e allo stile di Luis Barragan, per i richiami alla natura e l’uso di colori e forme essenziali.

 

  1. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Hai intenzione di estendere sempre di più il tuo lavoro anche all’interior design, come già accade per molti designer della tua generazione, o intendi restare concentrata soprattutto sul design di prodotti e installazioni?

 Da sempre lavoro in ambiti molto diversi: prodotto, autoproduzioni, allestimenti, interior, arte urbana, grafica. Mi piace spaziare su scale e mondi differenti e non amo essere incanalata in una figura troppo specifica. Trovo molto stimolante interpretare il piccolo oggetto così come una piazza o, per usare un famoso slogan, possiamo dire “dal cucchiaio alla città”!