Intervista a Elena Salmistraro, artista e designer - Salvioni
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29/10/2019

Intervista a Elena Salmistraro, artista e designer

Classe 1983, elegante e creativa, Elena Salmistraro è la figura cardine, nonché ideatrice del progetto “Wood Waves: percorso di un pensiero”, l’installazione site specific realizzata in collaborazione con Emmemobili che da Ottobre arricchisce la vetrina dello showroom Salvioni Milano Durini. Abbiamo colto l’occasione per rivolgerle alcune domande che ci aiutino a conoscerla meglio nel suo duplice ruolo di artista e designer ascendente del panorama italiano e internazionale. 

  1. “Wood Waves: percorso di un pensiero”. Parlaci del concept e dell’idea che hanno generato questa installazione.

Il nome che ho scelto riassume in toto questo progetto. Quando sono stata contattata per raccontare “Orbis” la collezione disegnata lo scorso anno per Emmemobili, nella prestigiosa location di Salvioni, avevo un’unica certezza, il legno. Gli oggetti disegnati avevano tutti un unico fil rouge fatto di cerchi, colori, ma soprattutto di essenze di legno.

Così come sempre faccio, ho iniziato a disegnare su migliaia di fogli bianchi, idee, schizzi, riflessioni. Confesso che in un primo momento ho pensato di essere a un punto morto, senza alcuna via di uscita, tutto mi sembrava complesso e insormontabile, ma ho notato che tutti i disegni avevano in comune delle strane onde, simili a quelle del mare, da lì appunto “wood waves: percorso di un pensiero”, in un attimo è stato tutto chiaro,  dovevo raccontare il processo creativo, non nascondermi dietro stratagemmi progettuali vari, ma dichiarare apertamente un pensiero, un’idea, un racconto.

  1. Sappiamo che nel tuo lavoro presti sempre un occhio di riguardo nei confronti della sostenibilità: cosa ci sapresti dire su quest’opera? Potremmo definirla ecologicamente impegnata?

L’installazione vive volutamente di contrasti, il legno e il metallo presenti negli oggetti sono elementi nobili e come tali vengono percepiti, mentre per il rivestimento sono stati utilizzati materiali considerati poveri, nocivi, cattivi, ma che in realtà così non sono. A parete abbiamo un tessuto e a pavimento una pellicola plastica, ovviamente completamente riciclata e riciclabile, ed entrambi sono stati stampati con tecnologia UV ed incollati ad acqua, quindi completamente rispettosi dell’ambiente.

Sottolineare l’importanza del corretto utilizzo della materia è per me importantissimo, sono convinta che si debba imparare a riconsiderare completamente tutti i fattori in gioco, stabilendo priorità e cercando soluzioni alternative all’uso del petrolio.

  1. Collaborando con te è impossibile non notare il grande spirito creativo che ti anima. Da cosa trai ispirazione per il tuo lavoro?

L’ispirazione, come dicevo prima, è un lungo processo fatto di tentativi, di studio ed esperienza. Personalmente utilizzo il disegno per raccontare ciò che mi circonda, successivamente trasformo le mie visioni, da semplici illustrazioni a oggetti tridimensionali.

Se dovessi definire l’ispirazione sinceramente non saprei cosa dire, banalmente l’ispirazione è tutto, è la vita stessa. La parte complessa è senza alcun dubbio la decodificazione, la lettura, che può ovviamente avvenire nei modi più svariati e personali, è il saper osservare da altri punti di vista che genera l’idea.

  1. Molto del tuo lavoro si concentra nell’arte del Product Design. Cosa pensi dell’Interior Design? È una branca in cui ti sei già cimentata o vorresti approcciare in futuro?

L’interior design mi affascina tantissimo, cosi come l’architettura, ovviamente credo che il mio approccio sia più compatibile agli spazi pubblici piuttosto che agli ambienti privati residenziali, che per loro natura raccontano la vita di chi li vive e raramente si prestano a racconti più ampi.

Confesso, che in futuro probabilmente accetterò questa sfida, ma oggi non sento la necessità o l’impellenza di farlo, credo di dover affrontare e comprendere ancora molti aspetti legati alla spazialità. Tendenzialmente valuto sempre con cautela quello che mi viene proposto perché sono convinta che ogni cosa vada fatta al momento giusto e nel modo corretto.

  1. Come vedi il settore del design fra cinque o dieci anni? Come ti vedi al suo interno?

Sinceramente non saprei dare una risposta a questa domanda, anche perché sono sempre molto legata all’attuale, immagino il futuro ma non riesco a fare previsioni, non amo scommettere. Per quanto riguarda me, anche in questo caso non saprei cosa rispondere, sono estremamente coerente nella mia incoerenza e sono certa che tra cinque/dieci anni non sarò e non penserò come adesso, anzi sarò completamente cambiata, consapevole, e probabilmente anche i miei lavori saranno diversi, mutati, maturati.

  1. Come ti poni nei confronti dell’attuale mondo “social”, sempre più importante anche nell’ambiente del design? Ti definiresti una “Design influencer”?

Credo che i social siano uno strumento fondamentale di comunicazione e divulgazione del proprio lavoro. Se utilizzati nel modo corretto possono essere un mezzo molto utile e potente. Oggi abbiamo la possibilità con un solo click di arrivare al mondo intero, ma sono assolutamente convinta che vadano gestiti nel modo corretto, credo sia sbagliato ignorarli del tutto come lo sia diventarne vittima.

Per quel che riguarda “designer influencer”, non credo di appartenere a questa categoria. Personalmente mi limito a pubblicare i miei lavori e raramente qualche altra foto, ma soprattutto non uso stratagemmi per attirare o veicolare l’attenzione. Riconosco di avere un discreto seguito, questo sì, ma non credo di riuscire a influenzare qualcuno con i miei progetti, anzi a onore del vero la cosa mi spaventerebbe tantissimo.