Intervista a Toan Nguyen, direttore creativo dell'azienda Schiffini | Cucine https://www.salvioniarredamenti.it/wp-content/uploads/2024/05/DJI_20240415_161057_281-e1714730542991.jpghttps://www.salvioniarredamenti.it/wp-content/uploads/2024/04/Salvioni-Milano-Durini-Schiffini3-scaled.jpghttps://www.salvioniarredamenti.it/wp-content/uploads/2024/04/Salvioni-Milano-Durini-Schiffini7-scaled.jpg

Intervista | Toan Nguyen

Abbiamo intervistato Toan Nguyen, nuovo Direttore Creativo dell’azienda Schiffini. Quest’anno lo storico marchio di cucine ha scelto di collaborare con Salvioni proponendo in occasione del Fuorisalone 2024 un’installazione nella vetrina di Via Durini 3.  Protagonista di questo set-up è il tributo alla cucina “Cinqueterre” di Vico Magistretti e imperdibile proposta di catalogo 2024. 

Qual è la filosofia che hai scelto per affrontare questa nuova avventura?

Rilanciare un marchio così importante e storico come Schiffini era ovviamente una sfida, perché il mondo del design è cambiato molto negli ultimi tempi e con esso le sue necessità. Noi abbiamo cercato di mettere sotto i riflettori tutti gli elementi forti del brand rivisitati in una chiave innovativa e squisitamente italiana, prestando attenzione ai dettagli, ai materiali e al design per creare qualcosa di nuovo e interessante. I temi di oggi sono molto cambiati, il livello generale delle cucine è sicuramente molto più alto e tende ad affinarsi sempre più spingendo tutti a fare del proprio meglio per rimanere al passo con i tempi.

Ciò che invece sembra essere venuto un po’ meno è l’attenzione alla matericità che qui abbiamo volutamente riproposto per offrire un’alternativa a cucine incredibilmente funzionali ma fredde, prive di quella componente materiale che ne innalza il valore esperienziale.

 

Come ti sei comportato con l’eredità di un grande maestro come Vico Magistretti?

La sfida più grande era omaggiare e al contempo rispettare i fondamenti di un design proveniente nientemeno che da Magistretti, una figura molto importante per il marchio Schiffini. Ho quindi cercato di lavorare comprendendo il progetto originale e mantenendone l’essenza pur ritoccandone alcuni parametri in modo chirurgico così da dar vita a una cucina più contemporanea con una dimensione maggiormente commerciale.

Cosa differenzia creare un progetto di una cucina rispetto ad altre categorie merceologiche?

Qualcuno un giorno mi ha detto: quando sai disegnare una cucina, allora sai disegnare tutti i mobili. Personalmente credo sia vero, perché la cucina integra moltissimi elementi diversi fra loro, dagli elettrodomestici alle numerose componenti che danno vita al tutto. Inoltre la cucina necessita di grande flessibilità strutturale perché non ne esiste una uguale all’altra. Progettare questo tipo di arredo vuol dire inseguire due differenti idee: da una parte, creare qualcosa il più possibile standardizzato e comprensibile in qualunque parte del mondo; dall’altra offrire un’idea su misura capace di adattarsi ai contesti e alle esigenze del cliente. Credo inoltre che sia impossibile trascurare l’elemento materico, ovvero il fatto che nella cucina vivono e vengono racchiusi numerosi elementi naturali come l’acqua, il fuoco, il grasso, l’olio e molto altro che ricorda la vita e la terra. Io ho prestato attenzione a quest’ultimo elemento, inserendo il marmo per creare una base solida e funzionale capace di sostenere tutto il resto.